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IL MIO PRIMO CAMBIO DI VITA

Chi sarei oggi se non avessi avuto il coraggio di farlo?

A 19 anni ho scelto di cambiare vita. Ho scelto di andare a vivere da sola, in un paese che conoscevo a malapena, dove si parlava una lingua che sapevo parlare a stento. Paura? Tanta! Fortunatamente però non era da sola e anche questo grande cambiamento è stata un’avventura che abbiamo vissuto insieme, anzi, era stata proprio l’esperienza che già aveva fatto Marco ad ispirarmi e a darmi il coraggio di rompere gli schemi e uscire fuori dalla mia zona di comfort.

La mia nuova sfida era Londra, una città caotica ma meravigliosa che mi ha incantato dalla prima volta che l’ho vista. Era il 24 Gennaio 2018 quando siamo saliti su quell’aereo con un biglietto di sola andata per quella che ad oggi ritengo una delle esperienze più significative della mia vita.

Le difficoltà però non sono tardate ad arrivare fin dal primo giorno. Sebbene avessimo prenotato un hotel per la prima settimana prima di trasferirci in quella che sarebbe stata la nostra casa (o meglio dire “stanza” in una casa condivisa con altre 6 persone), quando siamo arrivati lì la situazione era a dir poco catastrofica. Lenzuola piene di sangue, vestiti abbandonati negli armadi, e cibo avariato nel frigo sono stati sufficienti per farci capire che non potevamo rimanere un secondo di più lì dentro!

Così la nostra avventura è iniziata all’interno di un hotel indiano dove per poter prendere i nostri vestiti dovevamo fare a turni perché non c’era abbastanza spazio per aprire in contemporanea entrambe le valigie. Quel giorno a stento trattenevo le lacrime, ad oggi quasi mi commuovo al ricordo.

La lingua inizialmente per me è stata un vero e proprio problema. Se Marco infatti aveva ormai già superato questo scoglio, diverso è stato per me che a stento capivo quali fossero le regole della casa nel momento in cui siamo riusciti ad entrare in quella che sarebbe stata la nostra stanza definitiva. Sul diario che aggiornavo regolarmente, mentre ero lì, ad una settimana dall’arrivo scrivevo:

[…] In casa sembra che l’unica persona che non parli bene inglese sia io e questo mi mette a disagio, anche se sono tutti carini con me. Purtroppo non riesco ad avere una conversazione lunga con loro come invece gli altri flatmates riescono a fare e questo mi dispiace un pò.

Ero arrivata da così poco ma volevo far di tutto per sentirmi parte di questa nuova realtà in cui per la prima volta ero una straniera, un’immigrata. Con un pò di testardaggine e molti errori sono riuscita a farmi spazio in questo mondo che mi ha portato a lavorare per una lussuosa catena di cioccolatini di nome Godiva.

Nonostante la rotazione a turni che odiavo è stato un lavoro che ho amato! Non solo perché mi ha permesso di parlare h24 con la gente, migliorando così il mio inglese e superando la mia timidezza, ma anche perché mi ha dato modo di conoscere delle persone speciali che ancora oggi fanno parte della mia vita. Questa rete internazionale che ho e che siamo riusciti a creare negli anni è uno dei doni più preziosi che ci siamo portati a casa da ogni viaggio.

Durante i mesi passati lì sono cresciuta sotto ogni punto di vista. Ho superato la mia timidezza, ho imparato una nuova lingua, ho stretto nuove amicizie, ho sperimentato un nuovo lavoro, ho aperto un conto in banca a mio nome, firmato un contratto a tempo indeterminato, esplorato nuovi luoghi che mi hanno rubato il cuore, ma come ogni cosa bella anche questa ha avuto un’inizio e una fine.

Ho lasciato Londra con le lacrime agli occhi e il cuore spaccato a metà, ma ero troppo giovane per rimanere in un posto fisso che per quanto bello non mi avrebbe permesso di scoprire chi sono davvero. Ad oggi Londra è il luogo dove rifugiarmi quando voglio scappare dalla realtà, quando devo tirare le somme della mia vita per capire se devo cambiare direzione ricordando il coraggio che ho avuto in passato. Chissà se presto o tardi arriverà un nuovo cambio di vita… per ora spero di averti ispirato ad avere il coraggio di prendere scelte inusuali ma non per questo sbagliate.

Fammi sapere se l’articolo ti è piaciuto e se hai voglia che ti racconti aneddoti divertenti, figuracce o momenti imbarazzanti accaduti durante questo viaggio =)

(spoilerfiguraccia: una delle prime settimane che ero lì, tento di parlare con un cliente, sicura che questa volta ce l’avrei fatta a concludere un acquisto in autonomia e dopo il mio “Can I help you?“, scoprii che era balbuziente non riuscendo a capire nessuna delle sue parole :’)).

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